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Evgenij Rylov: “Meglio gareggiare da neutrale che non gareggiare affatto”

Dopo lo stop forzato, il dorsista russo ripensa alle scelte del passato e lascia aperta la porta al futuro. PH: DeepBlueMedia

Ph: DeepBlueMedia - Evgenij Rylov a Rio 2016 e Tokyo 2020

Il due volte campione olimpico russo Evgenij Rylov, lontano dalle gare internazionali dal 2022, ha raccontato in un’intervista a Match TV il suo attuale momento di vita, la salute, il rapporto con la Federazione e il desiderio di non chiudere ancora la carriera agonistica.

Rylov ha spiegato che, nonostante la pausa forzata, non si considera un atleta ritirato:

“Non mi sono ancora arreso. Gareggiare in status neutrale è meglio che non gareggiare affatto. Forse in passato ho sbagliato a rifiutarlo.”

Dopo aver vinto due ori olimpici a Tokyo 2021 (100 e 200 dorso), il nuotatore ha sofferto di problemi di salute legati a un’infezione da streptococco, che lo costringono tuttora a cure antibiotiche e alla sospensione degli allenamenti. Ha ammesso che salterà i Campionati russi in vasca corta di novembre, pur valutando di parteciparvi come rappresentante della Federazione.

 

Rylov, oggi impegnato nelle attività della Federazione Russa degli Sport Acquatici, racconta di apprezzare questo nuovo ruolo: viaggia tra le regioni, incontra atleti e dirigenti e si occupa di promozione sportiva. Tuttavia, non esclude un ritorno alle competizioni nel 2026, se le condizioni fisiche lo permetteranno:

“La salute viene prima di tutto. Ho una famiglia e un figlio, ma non chiudo la porta al nuoto.”

Sul piano sportivo, riconosce la difficoltà di tornare dopo lunghe pause: «Quando ti fermi a lungo, è dura ripartire. Non ho più vent’anni e il corpo cambia».

Parlando dell’attuale situazione olimpica, si mostra moderatamente ottimista:

“La nuova presidente del CIO, Kirsty Coventry, non ha ancora cambiato la linea, ma non ci ha neanche esclusi. Questo significa che ci aspettano, almeno in forma neutrale.”

Commenta anche i progressi tecnici del nuoto internazionale, citando l’ungherese Hubert Kós come nuovo riferimento nei 200 dorso: «Ha nuotato più veloce di me, ma è giovane e ha ancora margine. È il segno che il livello medio mondiale è salito».

Nel dialogo emergono anche aspetti più personali e ironici: Rylov confessa di vivere con 15 gatti, che considera un perfetto antidoto allo stress, e di essere percepito più per la “maschera da gatto” indossata in alcune gare o per la partecipazione al programma televisivo Titani che per le sue imprese in vasca.

Sul rapporto con il suo storico allenatore Andrej Šišin, ora capo della nazionale, mantiene grande rispetto: «È un uomo che si dedica completamente ai suoi atleti, ma anche lui ha bisogno di tempo per far crescere il nuoto russo nel complesso».

Infine, sull’ipotesi di diventare allenatore in futuro, risponde con realismo:

“Non escludo nulla, ma non credo di volerlo. È un lavoro che richiede di vivere in piscina, e la pressione psicologica è enorme, a volte più che per gli atleti.”

In sintesi, Rylov appare riflessivo e maturo, diviso tra la volontà di tornare e il desiderio di stabilità. Si definisce un uomo pragmatico, consapevole del peso delle scelte e del valore della serenità, ma ancora legato al nuoto, convinto che — anche sotto bandiera neutrale — “è meglio esserci che sparire del tutto”.

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