Zàcchete!

Vorrei davvero guastare il genuino entusiasmo con cui in tantissimi state salutando festosi la probabile assegnazione del sottosegretariato allo sport a Valentina Vezzali, che se confermato significherebbe una cosa sola: la definitiva separazione fra sport agonistico e di base, con il primo di pertinenza del CONI tramite le Federazioni e il secondo di Sport e salute e degli Enti di promozione: della presidenza del consiglio, per intenderci, portafogli compreso.

È del tutto evidente infatti che il profilo di Vezzali, come quello dell’altro nome ricorrente in queste ore Manuela Di Centa, è perfettamente funzionale a questa linea: un’atleta di altissimo livello, orientata e sensibile a risolvere le questioni legate allo sport agonistico (tesseramenti, parità di genere, vincolo sportivo) ma evidentemente priva di qualsiasi esperienza e competenza sulle necessità dello sport di base -in primis la sopravvivenza di associazioni e società.

Credo dobbiamo farci una ragione che il futuro dello sport in Italia sarà questo: da un lato lo sport di base, gestito da aziende commerciali; dall’altro lo sport agonistico promosso da ASD e SSD con il sostegno del CONI tramite le Federazioni. In un’ottica macroeconomica probabilmente è una scelta sensata, c’è solo un particolare: che gli sport acquatici senza una filiera integrata fra base e vertice, semplicemente, a livello agonistico muoiono. Quale imprenditore privato, salve qualche sporadico mecenate, ha interesse a investire tempo ed energie sull’agonismo, in particolare sulla delicatissima fase dell’avviamento, sottraendo spazio acqua alle ben più redditizie attività didattiche e ricreative?

Ripeto: in termini di sostenibilità per il sistema è una scelta sensata. Peccato che la prossima Federica Pellegrini probabilmente giocherà a pallavolo. Magari si divertirà di più.

Ph. ©Valentina Vezzali @Instagram

 

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