…And justice for all

Provo a spiegarvelo nel modo più semplice: per qualificarsi alle Olimpiadi ci sono criteri diversi da nazione a nazione. Americani e australiani organizzano i trials: gara secca a un mese dai Giochi, si qualificano i vincitori di ciascuna gara e i secondi classificati purché ottengano il tempo limite stabilito dalla loro Federazione.

Pro: criterio oggettivo (anche se gli australiani lo hanno derogato in più di una occasione).

Contro: se un atleta di punta in concomitanza con i trials subisce un imprevisto, è fuori.

È un sistema che funziona bene quando in tutte le specialità una nazione può schierare numerosi atleti di alto livello.

Non esattamente il nostro caso, e infatti noi utilizziamo un criterio differente: vanno alle Olimpiadi gli atleti che ottengono il tempo limite nel corso delle manifestazioni indicate a inizio stagione che,  nel caso specifico, erano il Campionato italiano open in vasca lunga del 17-19 dicembre 2020 e il Campionato italiano assoluto in vasca lunga del 27-31 marzo 2021.

In questo strano anno di pandemia è stato inoltre previsto di salvaguardare i pass olimpici già conquistati nella precedente stagione da Nicolò Martinenghi, Gregorio Paltrinieri, Margherita Panziera, Simona Quadarella.

La ratio è chiara: definire la squadra olimpica il prima possibile per consentire ai nostri atleti top di prepararsi per i Giochi nel modo più efficace e meno stressante possibile.

Perché vedete, un atleta non è una macchinetta che si accende e si spegne a comando: raggiungere il picco della forma fisica è un processo laborioso e che richiede dei tempi definiti. Cercare di ottenere  prestazioni di altissimo livello a poche settimane di distanza una dall’altra è più difficile ed espone l’atleta a più incognite rispetto a potersi allenare in relativa tranquillità per cinque-sei mesi utilizzando i meeting come il Sette Colli come test e non come obiettivo.

Chiaramente ogni criterio è discutibile, ma il nostro ad oggi è questo, ed è chiaro.

È tutto scritto qui: https://www.federnuoto.it/nuoto-extra/2020-2021-6/5931-tempi-limite-olimpici/file.html

Se avete la pazienza di leggere il documento fino in fondo (è una pagina, potete farcela) scoprirete che “nel caso due atleti ottengano il tempo limite o che uno si aggiunga a quelli già qualificati, la gara sarà chiusa ai fini della convocazione”.

Quindi no, care amiche e cari amici, Arianna Castiglioni non è vittima di alcuna ingiustizia, non “deve” essere convocata, non “deve” andare a Tokyo e non “merita” nulla più delle atlete che si sono qualificate per i 100 rana nei modi e tempi previsti, cioè Benedetta Pilato e Martina Carraro. Esattamente come nessun torto ha subito la stessa Pilato quando a Budapest non ha potuto disputare la finale degli Europei perché le sue compagne di squadra avevano ottenuto tempi migliori nelle batterie.

Castiglioni è una grande atleta allenata da un ottimo tecnico, che è stata certamente sfortunata a contrarre il Covid pochi giorni prima sei Campionati italiani quando c’era ancora un biglietto per Tokyo in palio, che non merita di essere trascinata nei liquami delle polemiche social di queste ore, di livello talmente infimo da far rimpiangere le discussioni sul calcio.

Rimane certamente la possibilità di una convocazione per la staffetta mista che il Direttore tecnico Cesare Butini starà certamente valutando con attenzione, ma sempre tenendo presente che la prestazione di Castiglioni non può essere confrontata con quelle di Pilato e Carraro che al Sette Colli scendono in acqua per testare una preparazione finalizzata alle gare olimpiche.

Riservate la vostra indignazione per cause più meritevoli.

Ph. ©️Deepbluemedia

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