Ultimatum per Kristóf Milák
Il fuoriclasse non si allena da oltre un anno. La Honvéd considera la sospensione del salario e la Federazione valuta lo stop al sostegno economico statale.
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Il fuoriclasse non si allena da oltre un anno. La Honvéd considera la sospensione del salario e la Federazione valuta lo stop al sostegno economico statale.
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In Ungheria cresce la preoccupazione attorno alla figura di Kristóf Milák, il due volte campione olimpico e uno degli atleti più talentuosi della storia recente del nuoto. Dopo l’oro nei 100 farfalla alle Olimpiadi di Parigi 2024, il fuoriclasse magiaro non è più tornato in piscina: sono passati ormai sedici mesi senza un allenamento in acqua, fatta eccezione per attività blande come il nuoto libero in mare o lago.
Secondo un’inchiesta del quotidiano Index.hu, il suo club, il Budapesti Honvéd, gli avrebbe posto un ultimatum: entro metà dicembre 2025 Milák dovrà riprendere gli allenamenti in vasca. In caso contrario, il club interromperà il pagamento dello stipendio, una cifra importante che si somma ai proventi commerciali e al sostegno degli sponsor.
Il presidente del club, István Gergely, due volte campione olimpico di pallanuoto, non conferma ufficialmente l’ultimatum, ma ammette che “la pazienza non può durare all’infinito”. Conferma però un fatto incontestabile: Milák non si allena in acqua da oltre un anno, svolge soltanto lavoro in palestra con il preparatore Zala György e non partecipa ad alcuna attività federale. Gergely aggiunge parole dure: “Essere campione olimpico non è un momento, è una responsabilità continua. Oggi questo non traspare da Kristóf”.
La crisi non riguarda solo il club. Anche la Federazione ungherese sta valutando un passo molto significativo: la revoca della borsa statale “Gerevich”, riservata agli atleti di alto livello. La proposta arriva direttamente dal presidente della commissione atleti, Kristóf Rasovszky, insieme alla paralimpica Fanni Illés, che ritengono ingiustificato continuare a sostenere economicamente un atleta totalmente inattivo.
Milák, che negli ultimi anni ha saltato tre Mondiali consecutivi (Fukuoka 2023, Doha 2024 e Singapore 2025) senza reali spiegazioni, appare oggi una figura sospesa tra talento smisurato e un evidente blocco personale, che denota una forte crisi esistenziale sul piano agonistico. Il suo futuro fra le corsie è un punto interrogativo: nessuno sa se rientrerà per i prossimi Europei di Parigi 2026, né tantomeno se tornerà a gareggiare a livello internazionale.
L’unica certezza è che il tempo sta scorrendo e la pressione cresce. Come ha detto Gergely: “Il nostro compito è sostenere gli atleti, ma non possiamo vivere per sempre dei loro trofei. Serve lavoro, presenza, dedizione.”.
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