Olympic first

L’uomo sogna sempre un bene. E’ teleologico. Sogna un bene quando ruba, quando uccide e quando fa moltissime altre cose terribili. Naturalmente sogna un bene anche quando corre, quando nuota o quando lancia verso il cielo un giavellotto. E’ una cosa tutta sua, ma è anche una cosa strana. Infatti l’uomo è strano. Fa cose strane. Per esempio fa con entusiasmo cose decisamente inutili e con massima svogliatezza cose assolutamente importanti. Continuamente compie imprese inenarrabili, con l’irresponsabilità di un bambino che non pensa e cose meravigliose, sentendosi schiacciato dal peso delle responsabilità.

quello che si fa

Tra l’altro quello che fa l’uomo, non è mai davvero quello che fa. Una cena non è mai solo una cena. Una gara di nuoto è tutt’altro che una valutazione di efficienza in acqua. Nessuno guarda un cento stile libero pensando di misurare un dato, anche se la sua forma sembra quella di un esperimento. Se fosse così, il centesimo o anche il decimo non farebbero alcuna differenza. 46.9 e 47.0 sarebbero la stessa cosa. Invece, quei due segni, in quel contesto, rappresentano due mondi. E non è solo il mondo di chi vince e quello di chi perde: sono due mondi distinti. Passare dall’uno all’altro è un grande traguardo, anche se come uomini, non siamo in grado di distinguere la distanza tra le due misure con le nostre capacità percettive, tanto meno di preventivarle, con le nostre possibilità organizzative.

c’è dell’altro

Il fatto è che nelle cose umane c’è sempre dell’altro. Storie, simboli, vissuti, interpretazioni, danno sensi incommensurabili alle cose che facciamo. Per questo anche nuotare, non è mai solo nuotare. E’ sempre anche qualcos’altro. Per questo per qualcuno è così importante. Centra la misura della grandezza dell’uomo nelle sue espressioni, che molto difficilmente riusciamo in qualsiasi modo ad inquadrare.

il sogno olimpico

Tra le rappresentazioni di questa grandezza ha un peso particolare il sogno olimpico. Non c’è bisogno neanche di dirlo. Lo sanno gli atleti e lo sanno soprattutto i nuotatori. Per loro è qualcosa in più rispetto agli altri, proprio per quello che ha detto loro questa cosa nel passato. Il sogno Olimpico, infatti, è una storia, ma è anche un’epica, una filosofia e nello stesso tempo un ideale da sperimentare. Custodisce il pensiero fallito di una società migliore, un modo di unire le persone e l’ impressione che sia possibile tentare di farsi grandi con ogni mezzo, senza finire col danneggiare gli altri.

realtà

Ovviamente la realtà più brutale accompagna questo sogno lasciando i suoi segni. La storia ci dice anche questo. Lo strano è che il sogno non sia stato ancora distrutto. “Olympic First“, infatti, continua ad ispirare le azioni di molti uomini dando un senso al loro lavoro e all’inseguimento di giuste aspirazioni.

Per questo, anche oggi, una qualificazione olimpica è un evento particolarmente importante. Per questo, anche oggi, quando niente vale niente, non è disumano lasciarsi entusiasmare e commuoversi nel vedere, restando un po’ straniti e in disparte, l’apparire sconcertante della gioia negli occhi dei giovani campioni che ce l’hanno fatta.

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