1886: la pace degli Amateurs.

Nuttal e Tyers, i primi grandi campioni dell’era dell’ASA.

 

Due anni di conflitto avevano sfiancato il movimento degli Amateurs. Swimming Association of Great Britain e Amateur Swimming Union avevano avvelenato il pozzo piuttosto che cedere su qualcosa e riavvicinarsi. Così gli amateurs s’erano interrogati fino allo sfinimento su chi volevano essere, ma avevano perso la bussola. La rottura aveva impoverito tremendamente le loro competizioni, rendendo la situazione insopportabile.

ASA

Fu Henry Benjamin del Cygnus Swimming Club a prendere l’iniziativa nel modo giusto. Con diplomazia riuscì a mettere i leader delle due fazioni davanti ad un tavolo e così si arrivò alla pace. Grazie alla sua mediazione, in una riunione del 1886, si tornò ad una associazione unica che avrebbe rappresentato tutti. Il 3 marzo 1886, sulle ceneri di SAGB e ASU e sul fondamento dell’AAA, la federazione di Atletica dei dilettanti e dell’NCU, quella dei ciclisti, nacque la “Amateur Swimming Association’, la prima grande federazione internazionale di nuoto per dilettanti. Era una cosa importante e si capì subito. L’anno successivo, sotto la presidenza di Lord Charles Bereford, ufficiale di marina accreditato a corte, lo confermò il conferimento del patronato Reale.

Obiettivi

Gli obiettivi federali erano stabilire un controllo unico sulle competizioni degli Amateurs nel Regno Unito. 135 regole avrebbero definito come si sarebbero fatte le gare di nuoto e come si sarebbe fatto a far rispettare le norme. Quest’ultima era la vera questione. Nel passato si era visto di tutto. Naturalmente fu introdotta anche una nuova definizione di “dilettantismo”, molto rigorosa, che teneva conto di tutte le richieste inevase. La nuova costituzione dichiarava anche che l’ASA avrebbe svolto il suo lavoro attraverso un comitato esecutivo, anziché coinvolgendo l’intero corpo associativo, come si era fatto precedentemente. La cosa avrebbe garantito una maggiore efficienza.

Comitati territoriali

Il potere federale crebbe costantemente nei primi tempi, ma l’aumento di lavoro, impedì ci si occupasse adeguatamente della periferia. Così le province andarono in agitazione. Quando l’ASA cercò di formare Comitati locali in Inghilterra e in Irlanda e di far rispettare le regole, sospendendo alcuni nuotatori di Manchester che risultavano fuorilegge, i delegati dei Club del Nord dichiararono subito l’intenzione di spaccare un’altra volta il movimento. Riunioni e telegrammi scongiurarono la cosa, anche perché tre delegati ASA si precipitarono immediatamente a Manchester per contrattare.

Miglior gestione del nuoto dilettantistico

Le lunghe e aspre discussioni portarono ad un documento schematico intitolato ‘Migliore Gestione del Nuoto Dilettantistico‘ che sembrava mettere d’accordo tutti. Le contee settentrionali avrebbero avuto giurisdizione su tutte le parti a nord del cinquantatreesimo grado di latitudine e finche non fosse stata costituita anche una Midland Swimming Association, l’ASA avrebbe controllato il resto.

Campionati Asa

I campionati ASA divennero rapidamente il fiore all’occhiello del movimento, diventando il punto di riferimento del nuoto mondiale. Tutti gli atleti che volevano sfidare i migliori dovevano finire lì. La cosa restò vera almeno fino ai Giochi del decennale del 1906, l’edizione speciale  delle Olimpiadi, che vide per la prima volta la partecipazione dei migliori nuotatori di ogni nazione concentrati in un’unica manifestazione.

Campionati 1886

Già i primi Campionati Inglesi dell’era ASA, furono un buon successo. Per esempio rivelarono il talento del diciassettenne Joseph Nuttal, che vinse il campionato delle 100 iarde in 1’09 e 1/2, quello delle 220 iarde in 3’04 e 4/5, e quello delle 500 iarde in 7’19 e 1/4. Con quelle vittorie iniziò una carriera che lo avrebbe visto tra i più forti del secolo. Peccato che, come successe anche ad altri, quei successi lo spinsero a gran velocità tra le braccia dei professionisti. Nel 1888, tra lo stupore di molti, lo si vide far parte a pieno titolo del gruppo disprezzato dei “mercenari” di Fredrick Beckwith. 

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