Il nuoto tra vita e morte

Vivere e morire nell’antichità.

Nell’antichità il nuoto faceva spesso la differenza tra il vivere e il morire. Quando i cartaginesi occuparono Messina, 404 anni prima di Cristo, la maggior parte della popolazione della città scappò sulle montagne. Quelli rimasti, che non furono fatti prigionieri, per salvarsi, si gettarono in mare. Diodoro Siculo, lo storico greco nato ad Agira,  racconta che più di duecento di loro furono sopraffatti dalla corrente. Cinquanta, però, quelli che sapevano nuotare, trovarono rifugio sulle coste della Calabria.

Persiani

I barbari si distinguevano dai greci anche dal fatto che non sapevano nuotare. Erodoto racconta che a Salamina, la battaglia chiave della guerra coi persiani, succedeva che se una nave greca affondava l’equipaggio si salvava a nuoto. Quando invece era una nave persiana a inabissarsi, i marinai morivano quasi tutti affogati.

Traci

Anche i Traci, i bellicosi abitanti della regione che univa penisola balcanica, Bulgaria e Turchia, non sapevano nuotare. Racconta Tucidide che durante la guerra del Peloponneso dopo le loro terribili scorrerie in Beozia, subirono perdite tremende quando cercarono di ritirarsi sulle navi. Molti, infatti, finirono in acqua e non ebbero scampo.

Armeni

Un’altro tra i più antichi popoli di quelle parti, gli Armeni, gli abitanti dell’Anatolia, se la cavavano male col nuoto. Un racconto del IV secolo, riporta che quando il loro re Papa scappò dalla prigionia in cui lo teneva l’imperatore Valente, ebbe difficoltà enormi nell’attraversare l’Eufrate coi suoi uomini. Riuscì solo grazie all’idea di mettere degli otri sotto i letti requisiti dalle fattorie del luogo, usandoli come imbarcazioni. Quelli che non poterono salvarsi in questo modo s’aggrapparono ai cavalli. Sfruttando il nuoto degli animali arrivarono anche loro sulla sponda opposta. Quando approdarono, però, erano completamente distrutti dalla fatica.

Nuotare nudi

Perché i barbari non sapessero nuotare è motivo di molte congetture. La più ragionevole vuole che questa incapacità fosse legata alla geografia. Altri dicono al clima. Naturalmente nell’entroterra le occasioni di nuotare erano diverse rispetto a quelle della costa. Dove fa freddo, poi,  buttarsi in acqua non fa affatto bene. Un’ipotesi più bella però ci viene da uno storico degli anni trenta, un certo  Couch. Per questo studioso l’incapacità di nuotare dei barbari sarebbe da attribuire al loro disprezzo per la nudità. Molte fonti letterarie confermerebbero questa tesi. Erodoto, per esempio, racconta che presso gli abitanti della Lidia, la famosa regione dell’Asia Minore,  farsi vedere nudo era considerato un grandissimo disonore. Difficile imparare a nuotare tenendosi  addosso ampie palandrane. I greci, invece, erano diversi. Per loro la nudità non solo era normale, ma era quasi un culto. Il corpo senza vestiti era un qualcosa di divino: una bellezza (Kalos), da ammirare e curare..

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