Nuoto militare

Abbreviare i tempi dell’insegnamento

Senza insegnare separatamente e successivamente i movimenti fuori dall’acqua e quelli entro l’acqua , metodo che può riuscire alquanto lungo, basterà predisporre un semplice parapetto di legno lungo la riva del fiume o del lago ed alcune cinte da nuoto. Sospeso l’uomo alla superficie dell’acqua per mezzo di una larga cinta da nuoto attaccata ad una corda, di cui l’istruttore tiene saldamente un’estremità, si allenta  di tanto in tanto la corda, quando si vede che l’allievo comincia ad apprendere i movimenti calmi e regolari del nuoto che l’istruttore avrà insegnato.

Con molta gradualità e pazienza si possono così addestrare uomini a percorrere, con la fune allentata, spazi sempre crescenti, fino a che possono essere completamente liberi”.

Un piccolo nucleo di soldati

Quando in ciascun reparto siasi potuto formare un piccolo nucleo di soldati capaci di attraversare a nuoto un fiume dalla corrente ordinaria e di notevole larghezza , e di trascinare a nuoto il vestiario e l’arma raccolti in un involto, può dirsi raggiunto il modesto scopo pratico cui, in vista delle eventuali necessità , si deve tendere”.

Italia, 1913

l’ Istruzioni per la ginnastica e norme per gli altri esercizi fisici, del 1913, riassume gli intenti dell’esercito italiano riguardo al nuoto. Il nuoto militare era cosa vecchia. Tutti sapevano che per un soldato saper nuotare è cosa utile e doverosa. Si potevano scomodare anche gli assiri, i greci o i romani.  I veterani di Napoleone ci aveva provato. In Italia però era difficile. Se per gli ufficiali si poteva ricorrere a vere proprie scuole nuoto, come quella di Torino, ancora ai tempi del Regno di Sardegna, altra cosa era addestrare la truppa. Non furono mai sufficienti le indicazioni e gli sforzi dell’apparato per un nuoto veramente di massa.

Anche nell’esercito moderno il nuoto è rimasto un abilità per specialisti.

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