Gli atleti come maestri

Quando tutto scorre, quando i confini temporali sfumano, quando gli atleti attendono senza poter ritornare agli allenamenti e ai territori agonistici che hanno lasciato, su che cosa lavorano durante gli incontri?

Esplorano i sentimenti, le emozioni, le fantasie, i sogni e le visioni di sé, contemplando le capacità interiori, accogliendo le paure, lasciando che gli stessi occhi guardino da prospettive diverse il proprio procedere e il proprio sentire; qualche volta fanno un salto nel passato mettendo ordine nella cronologia delle proprie esperienze, dando voce alle cose taciute, scoprendo che ogni limite riesce ad aprire sempre qualche possibilità e che se non possono occuparsi di risultati e strategie, possono andare incontro al sentimento profondo di sé, scoprendo sempre meglio come sono fatti e come possono reagire agli eventi.

Questi atleti esprimono una vocazione filosofica, riflettono sul proprio esistere proprio nel momento in cui devono sospendere ciò che più amano, la loro attività agonistica.

Scoprono quello che non sapevano di sapere.

In momenti come questi, più che mai, sono loro i Maestri.

 

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